STORIA DELL’ISTITUZIONE
A Bologna, con una istituzione unica in Italia, un gruppo di collezionisti ha creato, unendo le proprie collezioni, il Museo nazionale del soldatino, che è stato intitolato al primo Presidente della Società che lo gestisce, Mario Massaccesi, insigne cultore dell’ arte e del bello che per primo valutò l’ estrema importanza storico-didattica di queste minuscole figurine, reduci da storiche ed antiche battaglie accanitamente combattute sui pavimenti dei salotti e delle cucine al comando di intrepidi generali in calzoncini corti. Un piccolo museo privato nato quasi per caso, generato dalla ribellione di un nutrito gruppo di collezionisti, a un perentorio aut aut delle gentili consorti ormai al limite della sopportazione, che suonava nei termini piuttosto duri di “o fuori i soldatini o fuori io”‘.

Certo nelle case non troppo attrezzate di allora, con poco spazio e nessuna possibilità di avere bacheche adeguate, i soldatini erano parcheggiati sui ripiani delle librerie di casa, perennemente impolverati e col rischio che il tentativo di prelevare il terzo volume dell’ enciclopedia provocasse la decimazione di un intero battaglione di bersaglieri. Si decise all’ unanimità di cercare un luogo in cui mettere al sicura le collezioni per evitare un massacro indiscriminato delle amatissime per noi, ma odiatissime in famiglia, truppe.
Fu trovata una sala al secondo piano del palazzo Francia, in piazza Calderini 2/2 a un affitto decisamente stracciato e ci mettemmo alacremente all’ opera per attrezzarla degnamente. Dipingemmo, pulimmo, facemmo costruire bacheche pagando ognuno le proprie e finalmente potemmo trasferire le collezioni in un luogo che, nelle nostre intenzioni, sarebbe diventato il sancta sanctorum del nostro hobby. Ci eravamo sbagliati nel nostro tentativo di privacy perchè il prof. Massaccesi, dopo averci consigliato di ordinare i pezzi secondo rigorosi criteri di epoche e materiali, rese l’ inaugurazione ufficiale, ai primi del 1974, invitando tutti i maggiori esponenti della cultura bolognese di allora e facendo inserire con il pomposo nome di museo la nostra piccola esposizione nelle guide di Bologna. Per dare un aspetto istituzionale alla realizzazione, fu chiesta all’ Unione nazionale collezionisti d’ Italia, con sede a Roma alla Torre dei Conti, associazione diffusa su tutto il territorio italiano, l’ iscrizione dei fondatori del museo e la creazione a Bologna di una Delegazione Regionale Emilia Romagna, Sezione territoriale dei Collezionisti di “Militaria”, appoggiata alla Rivista “La Voce del Collezionista” e al Centro internazionale di Uniformologia, emanazione del Ministero della difesa, con sede nella stessa Torre dei Conti e diretto anche esso, come d’ altronde l’ Unci, dal colonnello Gasparinetti.
Nel 1979, non riuscendo a gestire più la condizione di Delegazione di una Associazione Nazionale, spesso invadente, fu fondata la Società del Modello e della Figurina Storica – Museo Storico del soldatino con sede sempre in piazza Calderini, ma in locali più ampi e confortevoli. Da allora il Museo si è molto sviluppato e comprende anche l’ intera collezione che il prof. Massaccesi, morendo, ha voluto lasciarci in eredità. Per acquisire la collezione del prof. Massaccesi, fu richiesta la Personalità Giuridica al Ministero dei beni culturali che richiese alcune modifiche allo Statuto dell’ Associazione consigliando che il museo fosse intitolato al defunto presidente e si inserisse la parola “nazionale” nella definizione del nome dell’ Associazione stessa. Quindi dal 1983 il nome dell’ Associazione diventò, come è ancora oggi, Società Nazionale del Modello e della Figurina Storica – Museo Nazionale del Soldatino “Mario Massaccesi”.

Pieni d’ idee e del desiderio di veder divulgata l’ esistenza del museo stesso, i soci hanno realizzato molte manifestazioni di livello nazionale ed internazionale. Il museo è stato inserito nella Guida ai musei del giocattolo d’ Europa come terzo museo in ordine d’ importanza dopo Kulmback e Compiègne ; è conosciuto in tutta Italia e all’ estero; è diventato ormai una cosa seria. Mario Massaccesi, in fondo, nel costringerci ad uscire pubblicamente, aveva ragione perché i beni di quella che viene definita cultura materiale sono un patrimonio di tutti i cittadini. Il museo ha ricucito la favola secolare dei soldatini giocattolo potendo presentare al pubblico più di 12.000 esemplari (ma ne possiede circa altri 30.000) prodotti dai primi dell’ 800 ad oggi. Sono rappresentati tutti i tipi di soldatini prodotti negli ultimi 200 anni a livello artigianale o industriale, dai primissimi esemplari creati in Germania dal fonditore Hillpert alla fine del ì700, in stagno, piatti, che dalla città sede della piccola fonderia, Norimberga, hanno preso il nome, ai semipiatti in piombo, materiale meno costoso e più lavorabile, della prima metà dell’ 800, ai pezzi a tutto tondo in piombo della fine dell’ 800 e a quelli di autarchica pasta di varia composizione tedeschi e italiani del periodo fra le due guerre con le loro dotazioni di splendidi mezzi in latta. Sono presenti anche i parenti poveri dei soldatini cioè quelli in carta in fogli o ritagliati, che hanno però illustri antenati nelle meravigliose incisioni del Callot o di Stefano della Bella del XVI e XVII secolo.
Ma il soldatino non è solo un giocattolo. Può essere una miniatura perfetta in ogni particolare del costume che rappresenta o del personaggio che raffigura. Entriamo quindi nel mondo del modellismo e della figurinistica storica fatta di minuziose riproduzioni iconograficamente perfette, frutto di lunghe ore di ricerca e di studio e di assoluta perfezione di esecuzione. La ricerca storica sul costume militare è una delle attività dei soci della Società nazionale del modello e della figurina storica di cui il museo è strumento operativo. Nel museo quindi sono presenti anche numerosi esempi di figurini-modello attraverso i quali è possibile, seppure in rapida successione, ripercorrere la storia dell’ umanità, dai carri egizi del faraone Akenaton ai marines e ai mezzi della guerra del Golfo. Dal 1990 il museo si è trasferito in nuovi locali messi a disposizione dal comune di Bologna, che ultimamente lo ha inserito nella Guida ai musei della città e in una numerosa serie di cartelli indicatori stradali grazie ai quali è semplice raggiungerlo. Con l’allestimento completamente rinnovato e razionalizzato, il museo è veramente un piccolo gioiello che non ha eguali in Italia e può competere a pieno titolo con le similari istituzioni europee.
[…] gestisce, a cui lo stesso è intitolato, il Prof. Mario Massaccesi. Per saperne di più sulla sua storia e sulle sue collezioni, basta una visita: il Museo, ospitato all’interno di Villa […]