Quando alla metà dell’800 lo stagno diventò troppo costoso, i produttori si impegnarono alla ricerca di materiali metallici sostitutivi con basso punto di fusione e si indirizzarono sul piombo in lega con una piccola percentuale di antimonio che ne garantiva la durezza indispensabile a rendere il soldatino meno duttile.

Produzione Kober di Vienna 1935
Ma il piombo è meno colabile dello stagno e quindi fu giocoforza creare stampi più grandi ed eseguire una incisione più profonda. Da questo viene che il soldatino, che verrà definito “semitondo”, assunse una dimensione di 4 cm se a piedi e di 5 cm se a cavallo e perse la sua sottigliezza presentandosi in due dimensioni più mezza dimensione nel senso dello spessore. Perse anche, a causa del ritiro dalla fase liquida a quella solida del piombo (che è di circa l’ 1%), tutti i particolari dell’ incisione, assumendo un aspetto meno curato e costringendo i produttori a disegnare i particolari stessi durante la pittura. Inizialmente i pezzi erano fusi in un’ unica soluzione e i cavalli avevano ancora le zampe allineate, mancando una tecnologia che potesse fornire un prodotto con le zampe distaccate fra loro.

Soldatino in piombo semitondo prodotto nel 1970 da antonio Greco di Rimini da stampi della Gebruder. Produzione Kober di Vienna 1935
Il museo presenta una ricca serie di tali soldatini che, con i loro colori a smalto vivaci, sono estremamente gradevoli. Sono pezzi della fonderia Heinrichsen, della Schweitzer e della Gebruder Schneider di Lipsia che possiamo definire i più conosciuti anche in Italia. Di quest’ultima fonderia è da notare, per la sua completezza e per le dimensioni inusuali, la banda prussiana dipinta a vivaci colori risalente alla fine del 1800 e le teorie e i gruppi di pezzi, quasi tutti dedicati all’ esercito tedesco, mentre la Schweitzer propone cariche di cavalleria con soggetti pieni di movimento e scenette particolari come quella della consegna di un prigioniero francese ad un ufficiale prussiano.

Pezzi semitondi di W.Scholtz Berlino 1950