I War Games nascono alla fine del 1800 in Prussia come simulazione di una situazione strategica e tattica da parte degli alti comandi prussiani che in tal modo simularono l’ attacco alla Francia di Napoleone III, pignolescamente ripetuta nella realtà bellica che portò l’ imperatore dei francesi alla sconfitta di Sedan. Da quel momento tutti gli eserciti si impegnarono in simulazioni sui teatri delle varie guerre cercando di prevedere il risultato di un’ azione piuttosto che di un’ altra, prima utilizzando soldatini o semplici cartoncini dipinti e poi, in epoche più attuali, con l’ uso del computer.

Le regole di movimento del gioco erano state codificate con estrema precisione, tanto è vero che, utilizzandole, si può ricreare una battaglia esattamente come è avvenuta, ma si possono giocare battaglie simulate anche non storiche per il puro piacere di guidare eserciti in miniatura con estremo realismo. Naturalmente per giocare necessitano soldatini di misura piccola e questo fu risolto nei primi anni ’70 con scatole di pezzi in scala HO in plastica prodotti dalla ditta Airfix, grezzi da dipingere.
E’ in Inghilterra che i soldatini da War game cominciarono ad essere prodotti in modo massiccio con un’ infinita varietà di scelta sui soggetti che, partendo dai popoli più antichi, arrivano fino ai nostri giorni. Sono eseguiti in piombo nella misura di 25 mm, ma ultimamente anche in 15 e addirittura in 5 mm.

Per ogni tipo di scenario esistono le relative regole che sono poi state semplificate per permettere anche ai più giovani di cimentarsi in un gioco appassionante. Il museo presenta gruppi e unità da combattimento eseguite con i succitati pezzi della Airfix e unità da gioco sia in 25 che in 15 mm.
